Fletto i muscoli, e mi libro
nello spazio tra le righe
negli scoli sulla carta
tra finestre e cornici.
Salto da un lato all’altro
indagando tempi futuri
e mondi paralleli rintanati
in vecchie città, incubi
in cui ballano antichi traditori.
Passo di nascosto e mi perdo
nelle strade tracciate e pensate
da orfani, armadilli e razziatori,
vigili sentinelle di altri piani.
Mi rifugio per un giorno, libero
fra le nuvole di pensiero
e di parole – in silenzio.