Sono le 4.13 del primo gennaio 2010. Le tende sono mezze tirate. La luna mi fa vedere la ragazza addormentata accanto a me, dandomi le spalle. Ha delle forme a stella tatuate lungo la spina dorsale. Ognuna più piccola della precedente, fino a che il vuoto sotto al piumone mi rende impossibile vederne altre. Ci siamo conosciuti stanotte. Con la punta delle dita misuro la distanza tra le prime due stelle. Poi la dimezzo, poi ancora, poi ancora. Perché l’infinito non è spazio e tempo, è un processo.
(Input da Napowrimo.net per oggi era di tradurre una poesia. Gioco in casa. Originale inglese di William Letford, ‘Impact Theory’ in Bevel.)