Nate Marshall

‘When the world is too much.’ Quando il mondo è troppo. Da sopportare, da sostenere, da seguire.

Non è la mia di voce che importa, che serve, che conta al momento. Rinuncio quindi alle discussioni sull’invisibilità di chi traduce, per fare da tramite a queste, di voci. Una al giorno. Diciassette giorni. Diciassette voci, per più di 530 persone uccise.

Lode

lode al Hennessy, il bruno
lucido, la bruciatura sorda. lode
alla sfida, al prendi, la non-faccia
che devi far vedere.
lode alla casa, le sue molte stanze,
il parquet e i divani crema in pelle;
la sua ricchezza. lode ai ricchi, la loro
amicizia.
lode agli amici: il figlio di chi ha,
il figlio di chi ha, il figlio di ah,
il figlio di chi è aiutato, il figlio di chi è aiutato.
lode alla diversità ma lode al Hennessy,
e ancora e ancora. lode
al nuovo anno in arrivo. lode al mio inciampare,
l’occhio tremolante, il braccio fluido, ma la mano
ferma. lode alla mia mano, il bruciore che ha.
lode al lanciarsi nel ventre di un amico; il zupparsi
della mia mano nel suo costato. lode alla morbidezza della pelle,
il modo in cui cede sempre.
lode al tirare, al calmarsi.
lode al col cazzo, il tuffarsi dentro di nuovo a tutti
e cinque i miei amici a pugni tesi. lode a tutti
e cinque i miei amici che mi tengono sul tappeto
spesso, ginocchia sulla schiena. lode alla mia schiena,
a come fa male e si alza comunque, come si gira,
come è la migliore amica dei miei pugni.
lode alla stecca che arriva, come frusta
l’aria come un bambino disubbidiente, lode al disobbedire
e tutto il rilassarsi che non faró.
lode al mio sorriso da bambino, la gioia
di affondare un ginocchio nella guancia del mio migliore amico.
lode al suo sangue, come brilla, come un sole in cui mi crogiolo.
lode al mio sangue, il naso che cola libero senza sforzi,
il suo grumo e sapore, lode all’inghiottire,
sale e dolcezza.
lode al mattino, il blu impossibile,
gennaio nel Midwest su di noi. lode
ai blu sbiaditi dei miei jeans da tutto
il bruno. lode al bruno lucido, la sorda
bruciatura.
lode a tutti e sei nei miei jeans, sale
e vita asciugati sulle mie cosce
si mescolano, non si fanno lavare via.

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