‘When the world is too much.’ Quando il mondo è troppo. Da sopportare, da sostenere, da seguire.
Non è la mia di voce che importa, che serve, che conta al momento. Rinuncio quindi alle discussioni sull’invisibilità di chi traduce, per fare da tramite a queste, di voci. Una al giorno. Diciassette giorni. Diciassette voci, per più di 530 persone uccise.
Lasciatemi sbrigare le mie cose, cazzo
Mi ci è voluto del tempo per imparare le parole buone
far piovere sulla mia finestra cresciuta
e sexy ora sono nella vasca che tengo giù
quel Bordeaux scontato che faccio finta
di essere sana e a posto sono su quelle vere
stronzate jazz a volte rincorro per strada
a volte rincorrono me sono il corpo
della regina del mio quartiere pieno
di vino poco buono droghe poco buone maiale mu shu
ritmi da paura che ti posso dire di più
apro le mie gambe trendy ritrovo il mio atteggiamento
lascio che uomini coi denti d’oro si prostrino alle mie tette
e le vesciche sotto i piedi diventano elettriche
sono una piazzola d’erba le radici tenui
che chiami casa o sorella se vuoi
potrei graffiarti gli occhi far morire di nuovo l’hip-hop
ci sono con quella stronzata della donna adulta prima di rompere
il collo della bottiglia ne verso un po’: sono caduta