‘When the world is too much.’ Quando il mondo è troppo. Da sopportare, da sostenere, da seguire.
Non è la mia di voce che importa, che serve, che conta al momento. Rinuncio quindi alle discussioni sull’invisibilità di chi traduce, per fare da tramite a queste, di voci. Una al giorno. Diciassette giorni. Diciassette voci, per più di 530 persone uccise.
Da estate, da qualche parte
[…]
non serve la geografia
ora che siamo al salvo ovunque.
indica quello che vuoi
& chiamalo chiesa, casa, o amore.
il paradiso è un mondo dove tutto
è asilo e niente è un’arma.
qua, se cresce conosce il suo posto
nella storia. ieri, un pioppo
mi ha detto di un vecchio bosco
colmo di frutti che chiamerei zio
strabordanti di polpa rossa & in fiamme,
raccolto di campane scure mosse dal vento.
dopo esser caduto dall’arto
ho baciato resina nella ferita.
sai cosa vuol dire abitare
in un posto che ti ama a sua volta?
•
qua vogliono essere tutti neri & lo sono.
guarda – il bosco è uno stormo di ragazzi
mai cresciuti, che fioriscono
all’infinito, capelli afro come corone d’acero
che si ergono come resina verso cielo. guarda
Bosco che corre sotto la pioggia, rami
che si sciolgono in ricci di carta, che schiva
sotto il monte per trovare riparo. guarda
la montagna si scopre un ragazzo.
guarda Montagna e Bosco che giocano
sotto la pioggia, guarda la pioggia che scioglie tutto
in un ragazzo occhi marroni & peluria bagnata –
il lago diventa un ragazzo nella pioggia
la palude – un ragazzo nella pioggia
i campi di lavanda – fratelli
che ballano tra le tempeste.
•
se premi l’orecchio al suolo
lo senti mormorare, non come pieno
di scarabei & altri dei minori
ma come una bocca pregna di verbo
& altre glorie. ascolta il suolo
il suo crescendo di un ragazzo di ritorno.
vieni. celebra. questo
è l’ognigiorno. ogni giorno
santo. ogni giorno santa
festa. ogni giorno nuovo
anno. ogni anno, giorni si allungano.
tempo ingombro di ragazzi. i ragazzi
Oh i ragazzi. arrivano ancora
a fiumi. il vecchio mondo
li strangola. il nostro nuovo
non smette di sputarli fuori
•
chiedi al ragazzo-montagna di prenderti
sulle spalle se vuoi vedere
il vecchio mondo, chiedigli di sporger
-si & sarai a casa. scendigli
& cammina nel quartiere.
cresci le ali & vola sulla città.
tutte le armi mirano al cielo.
gli avvertimenti ti tritano le piume.
ricadi sulla parte non-metallica
della montagna, piangi se devi.
quel mondo ci ha resi materia
oscura. abbiamo chiesto solo i nostri nomi
su una bocca che conosciamo
da decenni. alcuni miracolati
conoscevano la bocca.
i decenni ci hanno tradito.
•
là, sono affogato, addietro, una volta.
là, sapevo nuotare ma non potevo.
là, uomini a riva & guardavano me che affogavo.
là, ero pesce morto, il fiume il mio signore.
là, avevo una faccia & poi non più.
là, mia madre ha pianto per me
ma io non c’ero. ero qua, nella mia
acqua, cantando una canzone imparata da qualche parte
a sud di qualche parte peggio. è stato quando
le direzioni importavano. ora, ovunque
sono è il centro di ogni cosa.
sono il signore di qualche cosa.
cosa ero prima? un ragazzo? un figlio?
un’avvertenza? un mito? ho fischiato
ora sono il signore dei fischi.
ho costruito il mio Olimpo lungo la corrente.
•
non sei benvenuto qua. fidati
il viaggio ti uccide. vai a casa.
ci siamo guadagnati questo paradiso
con una morte che non ci meritavamo.
sono sicuro ci sono altri qui.
un qualche parte per ogni tipo
di qualcuno, un paradiso di brune
ragazze che si intrecciano su scalinate d’oro
ma qui —
come to lo posso spiegare —
qualcuno ha pregato che riposassimo in pace
& eccoci qua
in pace intera per l’intera estate