Un uomo intraprende un viaggio, una donna no.
Le betulle invece mormorano nel canto
di un uccello invisibile, la foresta recede incessante.
Essere soli e senza scopo: un seme
portato dal vento su pietre piatte stese
sulla riva remota. Testimone di notizie,
canti, mielina. Una delle nostre ultime è
una successione di costole distinte e vaste
in preda a collasso improvviso. Madre, scelta
non abbiamo. Madre, lui conta le nostre deboli ossa.
(Tradotto con permesso dall’originale inglese di Joan Naviyuk Kane)
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